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Ecco perché le tre vittorie consecutive della Ferrari fanno sognare per il 2020

Da Redazione

Febbraio 24, 2018

Ecco perché le tre vittorie consecutive della Ferrari fanno sognare per il 2020

Spa-Francorchamps, Monza e infine Singapore: tre vittorie consecutive della Ferrari non le avrebbe immaginate neppure il tifoso più incallito della rossa dopo la pausa estiva. Se, infatti, i primi due successi in Belgio e in Italia potevano in qualche modo essere preventivati (lì, il cavallino aveva la possibilità di riscattare almeno in parte la stagione, mettendo tutto in pista così come poi è successo), il successo sulla pista di Marina Bay ha lasciato un po’ tutti a bocca aperta, a partire dai rivali. Nemmeno i bookmakers si aspettavano la doppietta Vettel-Leclerc, nessuno tra chi ha cercato tutti i migliori bonus che puoi trovare nei casino online aveva azzardato una puntata simile.

Era dal 2008 che la Ferrari non infilava tre vittorie di fila (all’epoca Massa e Raikkonen arrivarono a quattro, in Malesia, Bahrein, Spagna e Turchia), senza contare che è stata la prima doppietta in assoluto che si è registrata a Singapore (nemmeno la Mercedes ci era mai riuscita) e che da questo week-end è Charles Leclerc il pilota con più pole stagionali (cinque). Il recupero di Vettel, visibilmente emozionato sul podio dopo mesi complicatissimi (la vittoria mancava da oltre un anno, GP Belgio 2018) è stata poi la ciliegina sulla torta. Ma trovarsi a commentare questi numeri e questa prestazione dopo uno dei fine settimana, almeno sulla carta, più sfavorevoli a Maranello è davvero sorprendente.

La rivoluzione Ferrari

Il circuito di Marina Bay è tra quelli del circus con più alto carico aerodinamico. Tanto per rendere l’idea, la “rossa” ha toccato il punto più basso di questo Mondiale col minuto di distacco preso dal vincitore nel GP d’Ungheria, a fine luglio. In un mese e mezzo, è arrivata una svolta che può essere davvero la base di un 2020 da sogno.

Dallo scorso anno, la Mercedes non possiede più la power unit più potente sulla griglia: i cavalli messi sull’asfalto dalla Ferrari in Belgio e a Monza hanno definitivamente sancito il sorpasso da questo punto di vista. Ma al di là di una configurazione estrema su quei due circuiti, in Germania cominciano a preoccuparsi per la rivoluzione che finalmente ha dato risultati anche su altri tipi di circuito. I difetti congeniti della SF90 sono stati, almeno in parte, risolti con un gran lavoro in galleria del vento e al simulatore: la vettura ora è molto più affine allo stile di guida sia di Vettel che di Leclerc, i dati che arrivano dalle simulazioni ora trovano riscontri anche in pista.

Lo sviluppo della SF90

Queste prestazioni ritrovate della macchina non sono una classica “evoluzione” del progetto iniziale: si è lavorato ad un correttivo profondo e le novità del nuovo pacchetto portato a Singapore (con due gare d’anticipo rispetto ai programmi originari) potevano rivelarsi addirittura un boomerang. L’azzardo alla fine è riuscito, c’è ora la convinzione nel team di Binotto che questa è la strada da percorrere anche in vista del 2020.

I flussi sotto il musetto sono stati revisionati e si è dato carico all’avantreno, il tutto senza andare a modificare quella che era l’idea iniziale sull’ala. Il carico è arrivato anche da fondo e diffusore, ora meno sensibili anche alle variazioni di altezza da terra che si registrano in questo tipo di piste. Novità che hanno fatto registrare anche un importante passo in avanti sull’altro punto debole della Ferrari di quest’anno, il consumo gomme.

Hamilton e la Mercedes hanno ammesso candidamente la sconfitta, il pilota inglese è andato oltre parlando di “Ferrari super affamata e in un gran momento di forma”. Di certo la Mercedes ha in cascina Mondiale piloti e costruttori grazie alla strepitosa prima parte di stagione (8 vittorie e 5 doppiette) ma è altrettanto vero che in Formula 1 (al di là degli ultimi anni) le cose spesso cambiano in fretta. E col nuovo regolamento nel 2021, gli scenari potrebbero addirittura invertirsi…

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